5 consigli pratici per allenare la resilienza di coppia

Chi non ha mai desiderato affrontare come un supereroe invincibile lo stress e le difficoltà quotidiane con il partner? Se ti è capitato almeno una volta, continua a leggere.
Scoprirai come la resilienza di coppia può contribuire al tuo benessere nelle relazioni e 5 consigli pratici per potenziarla fin da subito.

Da decenni la psicologia si occupa delle relazioni più importanti per l’individuo. Siamo esseri sociali, ognuno di noi ricerca continuamente persone a cui legarsi per sentirsi amato ed arricchire la propria vita emotiva.

La coppia rappresenta la relazione intima per eccellenza, che mette a nudo somiglianze e differenze sulla base delle quali i partner si sono scelti a vicenda.

🌱 Cosa rende felice una coppia?

Secondo gli psicologi, la capacità dei partner di affrontare insieme le difficoltà quotidiane e gli eventi stressanti influisce sulla soddisfazione e sul benessere della coppia.

Pensiamo alle esperienze continue di lockdown in cui viviamo da quasi un anno a questa parte. Le difficoltà causate da limitazioni, preoccupazioni e incertezze possono avere pesanti effetti negativi a livello personale (ansia, depressione, confusione mentale, solitudine, malessere fisico…) e di coppia (aumento della conflittualità, diminuzione della comunicazione efficace, stress, separazioni…).

❗ Riflettere su come gestire insieme i problemi offre un’opportunità preziosa per alimentare il benessere personale e di coppia, specialmente in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo.

💡 Cosa intendiamo per resilienza?

La capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici e/o inaspettati della propria vita, mobilitando le proprie risorse interiori.

Norman Garmezy

La resilienza è un concetto psicologico di cui si parla molto e che incuriosisce persone di tutte le età.

Essere resilienti significa:

🔹 sapersi riorganizzare di fronte alle difficoltà, ricostruendo i propri pensieri ed emozioni collegati alla situazione vissuta.

🔹 mantenere una certa sensibilità verso noi stessi e l’altro con cui siamo in relazione, ovvero rimanere a contatto con come stiamo noi e come stanno gli altri.

🤝 La resilienza di coppia

Molti esperti di psicologia hanno approfondito il tema del benessere dei partner nella vita di coppia.

📗 Nel loro libro “Vivere in coppia tra alti e bassi”, le psicologhe Silvia Donato e Ariela Pagani parlano della stretta connessione tra benessere, soddisfazione di coppia e resilienza.

Ispirandosi alle numerose ricerche psicologiche su questi argomenti, le autrici spiegano come i partner, condividendo e affrontando sfide e problemi, mettono in gioco la propria resilienza attraverso la capacità di coping diadico. Guy Bodenmann, psicologo esperto di coppie, è stato tra i primi a occuparsi di questo tema. Ecco la sua definizione di coping diadico:

La resilienza di una coppia specifica di fronte a un evento stressante.

Bodenmann individua nelle coppie più soddisfatte e in relazioni durature lo sviluppo di coping diadico positivo, detto comune o supportivo.

🔺 Nel coping diadico comune, entrambi i partner si impegnano nel gestire un evento stressante per la coppia (ad esempio, condividendo pensieri ed emozioni relativi ad esso).

🔺Nel coping diadico supportivo, il partner che si sente più “equipaggiato” aiuta l’altro quando quest’ultimo si trova in una particolare situazione di stress.

Gli stili di coping diadico positivo promuovono il benessere nella relazione di coppia. Questo accade perché percepiamo noi e il nostro partner come una squadra vincente e unita di fronte alle difficoltà.

Al contrario, esistono tipi di coping diadico negativo: ostile, superficiale o ambivalente. In questo caso, in situazione di stress i partner ricevono o attuano comportamenti minimizzanti, emotivamente distaccati e svalutanti nei confronti dell’altro.

✔️ 5 STEP pratici per la resilienza di coppia

Le coppie resilienti riescono a far fronte agli eventi critici utilizzando le proprie risorse individuali ma, soprattutto, quelle condivise tra i partner.

↪️ Ecco, quindi, cosa tu e il tuo partner potete fare per sviluppare la resilienza di coppia e la capacità di coping diadico positivo.

1️⃣ ENTRA IN CONTATTO CON LE TUE EMOZIONI

Prenditi del tempo per essere consapevole delle emozioni che l’evento stressante ti suscita. Infatti, le persone resilienti sanno riconoscere i propri stati emotivi positivi e negativi, per poterli poi accettare.

2️⃣ CONDIVIDI LE TUE EMOZIONI CON IL PARTNER

Thomas Gordon, psicologo esperto di comunicazione e conflitto, ha creato la tecnica dei “messaggi-Io” in contrapposizione ai “messaggi in seconda persona”, spesso accusatori e giudicanti. Per comunicare che non ci sentiamo ascoltati, possiamo dire Mi sento ignorato/a quando… invece di “Tu non mi ascolti mai!”.

In questo modo, creiamo un clima di fiducia in cui è più semplice condividere le difficoltà senza vergogna e provare maggiore empatia per l’altro. Allenati quindi a curare la comunicazione ed esprimerti in modo chiaro, usando la prima persona singolare “Io”.

3️⃣ PIANIFICATE UNA STRATEGIA CONDIVISA

I partner sono compagni di squadra che si sostengono, nelle vittorie come nelle sconfitte. Conoscersi permette di puntare sulle reciproche risorse per affrontare l’evento stressante e preparare unpiano comune” per gestire gli ostacoli.

4️⃣ FATE UN’AUTO-VALUTAZIONE DEL “PIANO COMUNE” DI COPPIA

Dedica un tempo specifico in cui confrontarti con il partner. Valutate insieme l’efficacia del piano attuato e la vostra personale soddisfazione in merito alle soluzioni comuni con cui state affrontando lo stress.

Potreste rimanere sorpresi da quanto emerge in positivo, oppure potreste decidere di costruire un nuovo “piano comune”.

5️⃣ PRENDETE DEL TEMPO PER RISCOPRIRVI

Dai libero sfogo agli hobby personali, impegnati col partner a scoprire nuove passioni cui dedicarvi insieme, meglio quando occupano sia la mente che il corpo. Poter scrivere un nuovo capitolo condiviso della propria vita di coppia è molto importante per aumentare intimità ed empatia.

🔑 Per concludere

In questo articolo hai imparato 5 step pratici per rafforzare la resilienza nella coppia e il benessere relazionale con il partner. Seguici per scoprire altre idee e consigli pratici per affrontare le sfide con consapevolezza e coltivare con successo il tuo benessere!

Articolo di Laura Garavaglia, psicologa esperta in relazioni familiari e di coppia.

tecnostress

Smart working e Covid-19: quando la tecnologia diventa fonte di stress

La recente crisi sanitaria legata al coronavirus ha portato, soprattutto durante la cosiddetta Fase 1, ad un forte incremento del lavoro da remoto, detto anche smart working. Come contrastare lo stress causato dalla tecnologia?

 

tecnostress

 

Lavorare da remoto ha rappresentato una risposta chiave che ha permesso a molti di noi di fronteggiare l’emergenza e continuare le nostre attività in una situazione di maggiore sicurezza. In questo modo lo smart working ha salvaguardato la salute nostra e delle nostre aziende.

Se guardiamo l’altra faccia della medaglia, ci rendiamo però conto che, la stessa tecnologia che ci è d’aiuto, può rappresentare anche una potenziale fonte di stress.

Pensiamo infatti a Lucia. Lavorava da dodici anni nella stessa azienda che oramai è una seconda casa con i sui riti quotidiani.

Ogni mattina passa a salutare Anna dell’ufficio accanto prima di cominciare a lavorare, prende il caffè al solito bar, ha sulla sua scrivania il quaderno con le note di lavoro.

Ora tutto questo è stato stravolto. Lucia è in smart working: non solo dovrà rinunciare a quelle abitudini, ma dovrà anche imparare a lavorare in modo diverso.

Troppe cose nuove che vanno imparate e utilizzate subito perché ora sono diventate di colpo indispensabili. Per fortuna c’è Anna, che ormai passa le sue giornate online, e le sta dando una mano con le videochiamate.

Lucia però è stanca, ansiosa e ha costantemente paura di sbagliare ad usare queste nuove tecnologie che le stanno togliendo il sonno. Lucia è stressata o meglio tecnostressata.

Smart working e tecnostress

Con tecnostress intendiamo lo stress dovuto all’utilizzo della tecnologia.

Nello specifico possiamo individuare tre componenti principali che possono manifestarsi da sole o congiuntamente:

  • Techno-anxiety: l’utilizzo di computer o altri strumenti tecnologici (ICT) generano paura, agitazione, apprensione e incertezza.
  • Techno-addiction: legata a doppio filo alla dipendenza dal lavoro chiamata workaholism, si tratta di un’impossibilità di “staccarsi” da strumenti digitali lavorativi rimanendo costantemente connessi e continuando a lavorare anche al di fuori dell’orario lavorativo.
  • Techno-strain: deriva dall’utilizzo di tecnologie nuove e non conosciute dalla persona, crea disorientamento e stress.

Ritorniamo ora al caso di Lucia; possiamo vedere come per lei il tecnostress si sia manifestato sotto forma di techno-anxiety e di techno-strain.

La situazione straordinaria che siamo chiamati a vivere ha costretto inevitabilmente molte persone a confrontarsi con l’uso di tecnologie nuove e poco conosciute che favoriscono l’insorgere di queste problematiche nello smart working.

Ci sono, però, anche persone come Anna che si sono adattate meglio a questa situazione, ma che ora rischiano di cadere nella techno-addiction a causa, ad esempio, della mancanza della sosta alla macchinetta del caffè e del pranzo con i colleghi.

Come contrastare lo stress?

Certamente l’essere consapevoli che un simile pericolo esiste e approfondire il tema è importante. Ma cosa si può fare in pratica per evitare eccesso di stress o effetti di dipendenza in smart working?

TECNOLOGIA POSITIVA

Un aiuto importante può venire dalle aziende: esse infatti possono lavorare per fornire ai propri dipendenti quella che viene chiamata Tecnologia Positiva. Si tratta di strumenti tecnologici con al centro l’esperienza dell’utente, le sue abilità e il suo benessere.

FORMAZIONE

Un’altra possibile leva di supporto è rappresentata dalla formazione all’utilizzo delle nuove tecnologie. Grazie a percorsi formativi mirati è possibile accompagnare le persone e migliorarne le capacità e la sicurezza così da diminuire la techno-anxiety e il techno-strain.

In una situazione anomala come quella che stiamo vivendo poi è possibile che la formazione non sia stata effettuata tempestivamente. C’è sempre tempo però per recuperare, come nel caso di Lucia che, attraverso la formazione, può ricevere un valido supporto per affrontare questo momento di cambiamento.

RISPETTO DI REGOLE CONDIVISE

Un ultimo passaggio molto importante, soprattutto per contrastare la techno-addiction, è la creazione e il rispetto di regole condivise  in azienda riguardo al come e al quando utilizzare gli strumenti tecnologici al lavoro.

Un semplice ma efficace punto di partenza può essere quello di rivedere le abitudini di comunicazione: ad esempio, evitare di inviare mail dopo una certa ora o la domenica.

Queste regole sono valide tanto in questo periodo di emergenza quanto più in generale. È importante infatti stabilire delle regole di gestione dello smartworking in modo da ri-assumere il controllo della nostra vita lavorativa e professionale e mettere a punto un modo di lavorare nuovo e sostenibile per i prossimi anni.

 

Articolo a cura di Claudio Reina, esperto in psicologia del lavoro