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Convivenza: consigli e kit di sopravvivenza per la coppia

Dopo anni di fidanzamento può capitare che i membri di una coppia sentano l’esigenza di compiere un passo in più e di andare a vivere insieme. Questo momento può portare con sé l’entusiasmo, la gioia, la curiosità, ma anche il timore e l’ansia per una scelta di vita così importante. Equipaggiarci può essere di fondamentale importanza.

🌱  Allora quale può essere il “kit di sopravvivenza” per la convivenza di coppia? 

🌱 Scopriamolo partendo dalle parole che spesso sentiamo dire da chi si accinge a cominciare una vita sotto lo stesso tetto! Poi alcuni consigli utili per gestire al meglio la convivenza!

1️⃣KIT DA CUCITO: la coppia e confini con la famiglia d’origine

 

“Amore, ho dato le chiavi a mia madre”

 

Una coppia che si prepara ad una vita insieme non può negare l’importanza del legame con le proprie origini.
Cercare casa infatti, molto spesso, coinvolge anche le famiglie di nascita:

“Vi sentite pronti?”, “Siete sicuri?”, “Perché non venite a vivere sotto di noi?”.

È molto importante che la coppia discuta da subito i modi in cui mettere sani confini alle proprie famiglie d’origine.

In un articolo del 2022 di State of Mind vengono ben identificate le fatiche di chi questi confini proprio non riesce a metterli, rifacendosi alle categorie di cui parlava il terapeuta famigliare Salvador Minuchin nel 1974.

🧵I confini diffusi, tipici di quelle famiglie dove i problemi di un membro diventano problemi di tutti e viene sperimentato un senso di
invasione nella propria individualità.

🧵I confini rigidi, tipici di quelle famiglie in cui i bisogni “sono poco visti” ed ogni membro vive la propria individualità prima e relazione poi
in modo chiuso.

L’ottimale è riuscire ad avere un confine chiaro e permeabile che consenta di mantenere buoni rapporti ma proteggendo la nuova relazione.

✅ Il kit da cucito rappresenta proprio questa difficoltà nel cucire e ricucire i legami con la propria famiglia d’origine senza che questa diventi troppo invadente.

2️⃣PIANO EMERGENZA: convivenza di coppia e “Chi fa che cosa?”

 

“In casa faccio tutto io”

Nella pratica clinica con le coppie capita spesso che si discuta di problemi relativi alla gestione “pratica” della casa.

Prima di andare a vivere insieme è opportuno che la coppia discuta anche su questo punto, in modo che i vari compiti non pesino su un singolo membro ma siano equamente distribuiti.

Anche la gestione economica sembra essere un punto dolente per molte coppie. C’è chi paga la casa e chi compra i mobili, c’è chi divide le spese in egual misura o a seconda del salario di ognuno…

✅ Tra i consigli per la convivenza, c’è sicuramente quello di approntare un piano d’emergenza:  un modo per organizzarsi al meglio e correre ai ripari prima di scoprire di trovarsi in completo disaccordo.

3️⃣KIT DEL PRONTO SOCCORSO:  convivenza di coppia e spazi per sé… nonostante tutto

 

 “Stasera ho deciso: esco con amic*”

In un kit di sopravvivenza che si rispetti non può di certo mancare quello del pronto soccorso.

                                  kit pronto soccorsoIntraprendere una convivenza di coppia non deve essere sinonimo di fare tutto insieme, anzi: tutt’altro!

Un rapporto che desidera essere duraturo deve essere coltivato da persone capaci di prendersi spazi individuali in cui coltivare le proprie passioni o semplicemente uscire con gli amici.

Ritagliare spazio e tempo per una sana chiacchierata con gli amici è fondamentale per non rischiare di contare unicamente sul partner o su noi stessi, specialmente nei momenti di difficoltà.

Prendersi cura delle nostre ferite non è semplice, il supporto di persone vicine è fondamentale.

Non dimenticare, però, che se tu o chi fa parte della relazione soffrite oppure vivete momenti di disagio può essere fondamentale servirsi anche del supporto di professionisti… proprio come il kit del pronto soccorso, con le sue diverse risorse per essere pronti a gestire piccole e grandi emergenze.

🔑 Per concludere

La chiave per il benessere “casalingo” deve passare dal confronto continuo su questi tre punti, che si traducono in tre consigli per una convivenza sana:

  • costruite confini sostenibili tra coppia e famiglia
  • organizzate insieme la gestione pratica della casa
  • ritagliatevi spazi individuali di crescita e svago

Il concetto che intendiamo sottolineare è quello della convivenza di coppia come cura della casa, che include le mura ma soprattutto le persone e i legami che la abitano.

Dopotutto, come dice la scrittrice Laura Ingalls Wilder:
“Casa” è la parola più bella che ci sia.

 

🔍 Se vuoi approfondire il tema della coppia e della sua cura, ti consigliamo la lettura dell’articolo 5 consigli pratici per allenare la resilienza di coppia scritto dalla dott.ssa Laura Garavaglia.

Articolo di Giulia Della Canonica e Laura Garavaglia, psicologhe esperte in relazioni di coppia.

5 strumenti per la relazione con figli adolescenti

Il tema dell’adolescenza e di tutti i cambiamenti fisici, emotivi, psicologici e relazionali che porta con sé è di grande interesse, in particolare in questo articolo ci concentreremo sul ruolo che gli adulti possono avere nella crescita dell’adolescente e nell’instaurare con lui una relazione di fiducia e ascolto reciproco. In questo articolo scoprirai 5 strumenti per entrare in relazione con figli adolescenti.

Per cominciare, ecco alcune delle frasi che i ragazzi adolescenti talvolta rivolgono ai loro genitori:

“Loro ti comandano, sempre…ma se invece cercassero di capire? Non ne posso più di sentire sempre ordini, non sono un robot! E poi non si riesce a vivere con chi pensa di avere tutta la ragione dalla sua parte…”

“I miei genitori mi sembrano sempre tristi, arrabbiati con tutti.. e poi tra di loro mai una parola affettuosa.. ma cosa c’è nella loro testa? Ti dicono di fare, riuscire, impegnarsi, non distrarsi.. non vorrei che fossero così duri nelle loro direttive.. Mah, non ci capisco niente!

Sono frasi forti, intense, cariche di emozioni. I genitori ne rimangono spesso sorpresi e si interrogano su quello che i loro figli stanno vivendo. 

 

Adolescenza: cos’è?

Nella letteratura psicologica sono state date varie definizioni di adolescenza: ciascuna ha posto  l’attenzione su aspetti diversi, ma tutte concordano sull’idea che sia una fase di passaggio dall’infanzia verso l’età adulta, durante la quale i ragazzi attraversano numerosi cambiamenti nel corpo e nella mente, acquisiscono nuovi ruoli e responsabilità e si trovano a dover costruire una propria identità.

Questi cambiamenti sono:

1️⃣ FISICI: ne sono un esempio la crescita fisica, la comparsa dei caratteri sessuali secondari come il seno per le ragazze e la barba per i ragazzi e la maturazione degli apparati genitali.

2️⃣ EMOTIVI/PSICOLOGICI, rappresentati principalmente dalla presenza di emozioni intense e da un processo di ridefinizione dei propri valori.

3️⃣ SOCIALI, caratterizzati dall’emergere del gruppo dei pari come punto di riferimento e dalla progressiva individuazione rispetto alle figure adulte.

Compiti di sviluppo e bisogni

Nel suo significato etimologico la parola adolescenza deriva dalla parola latina “adolescens” che significa “che si sta nutrendo”. Dunque l’adolescente è colui che sta crescendo e ancora non ha concluso il processo di costruzione della propria identità. 

Ma in cosa consiste questa crescita?

Gli aspetti da considerare sono molteplici, tanto che alcuni autori hanno individuato precisi compiti di sviluppo che gli adolescenti si trovano a dover affrontare. 

Un importante teorico dello sviluppo, Havighurst, è stato il primo a parlare di precisi compiti che l’adolescente deve affrontare in quella specifica fase evolutiva, tra i principali:

  • Mentalizzare un corpo sessuato: ovvero fare i conti con un corpo che cambia, si sviluppa e quindi con un’immagine nuova di sé.
  • Acquisire indipendenza emotiva dai genitori: sempre più l’adolescente avvertirà il bisogno di distinguersi dai genitori costituendo un’identità propria, pur mantenendo ancora il bisogno di sicurezza che lo ha caratterizzato nelle fasi precedenti.
  • Fare i conti con nuove emozioni, vissuti e trovare un proprio sistema di valori: in questa fase evolutiva l’adolescente vive in modo intenso emozioni come la rabbia, la tristezza, la gioia, sperimentando in modo inedito alcuni vissuti come la vergogna. Tutto ciò caratterizza un periodo di crescita psicologica in cui l’adolescente rivaluta i valori familiari e sociali per scegliere quali vivere come propri. 
  • Nascere a livello sociale: ovvero affrontare importanti cambiamenti sociali ed educativi, come l’ingresso alla scuola secondaria di primo grado o il confronto con il gruppo dei pari.

L’adolescente viene spesso associato, nell’immaginario comune, a parole come “ribelle” o “limiti”. Certamente attraversa una fase critica ma preferiamo promuovere una visione dell’adolescente come portatore di bisogni personali sempre più importanti e complessi. Per sviluppare la relazione con figli adolescenti in modo positivo, è importante conoscerli ed esplorarli insieme a loro.

Tra i più importanti troviamo:

  • autonomia
  • sicurezza
  • riconoscimento, da parte degli adulti di riferimento così come dei pari
  • sperimentare
  • essere accettato
  • essere ascoltato
  • appartenere al gruppo
  • trasgredire
  • comunicare
  • amare ed essere amato

Alla scoperta di sé e dell’altro nella relazione

Parlare però di adolescenza senza citare il ruolo della famiglia e il difficile compito a cui è chiamata è probabilmente riduttivo: l’adolescenza implica necessariamente entrare in relazione, in cui riveste un ruolo importante lo sguardo che l’adulto (genitore, docente, allenatore che sia) ha sul ragazzo e come si pone di fronte ai  cambiamenti e alle emozioni che ne animano la vita.

Capita spesso che i ragazzi provino emozioni “scomode” quali: rabbia, tristezza, ansia, noia. Gestirle non è semplice e un ruolo cruciale in questo è giocato anche da come gli adulti si pongono: accogliendole, ascoltandole, legittimandole oppure no. 

È proprio in questa accoglienza dei loro bisogni e delle loro emozioni che si gioca la relazione con i nostri ragazzi! Curare questi aspetti per entrare in relazione con figli adolescenti permette di essere delle figure di supporto in questa fase di crescita.

 

5 Strumenti per entrare in relazione con figli adolescenti

Noi adulti come possiamo porci nella relazione con i ragazzi? Ecco alcuni consigli.

ASCOLTO e DIALOGO: aspetto fondamentale è creare dialogo. Dando spazio all’ascolto possiamo metterci in discussione, metterci nei panni l’uno dell’altro, senza agire d’impulso per fretta, senso di colpa o senso del dovere. L’ascolto attivo è già uno strumento importantissimo nella relazione, ancor prima delle risposte o parole che rivolgiamo ai nostri adolescenti. 

RICONOSCERE, ACCETTARE E TOLLERARE LE EMOZIONI: aiutare l’adolescente a mettere a fuoco cosa prova. L’adulto può sostenerlo nel riconoscere, accettare e imparare a tollerare le emozioni più intense. Un elemento fondamentale per raggiungere questo obiettivo è avere uno sguardo empatico, per far sviluppare tale capacità anche nell’adolescente.

PROGETTUALITÀ: con gli adolescenti non si può tessere un dialogo senza trattare l’aspetto del desiderio, di ciò che a loro vorrebbero fare o realizzare. Aiutatrli a prendere consapevolezza di sé, per coltivare le proprie passioni e dar vita ai loro obiettivi futuri. 

“PORTO SICURO”: ovvero rimandare all’adolescente che accogliamo le sue emozioni, le sue esperienze, le sue sfide. Gli adulti rimangono quel “porto sicuro” in cui l’adolescente può approdare quando è in difficoltà, così come quando sente il bisogno di sicurezza e di vicinanza da chi gli vuole bene.

FARE IL TIFO: è importante che ogni adulto di riferimento trasmetta un senso di fiducia all’adolescente, nelle sue capacità e in tutto ciò che deciderà di sperimentare. 

 

Articolo di Elisa Casada e Laura Garavaglia, psicologhe esperte in relazioni familiari.

6 campanelli d’allarme per valutare se vivi un rapporto nocivo

Il rapper Marracash racconta, nelle interviste a “L’assedio” e a “Noisey Italia”, di aver vissuto una relazione tossica per un anno e mezzo con una ragazza e di essersi poi rivolto ad un Psicologo per affrontare la sua sofferenza. Ma cosa vuol dire vivere una “relazione tossica”?

Certamente non bisogna essere un rapper famoso per rischiare di inciampare in relazioni tossiche. Ognuno di noi può ritrovarcisi dentro, per un momento di fragilità personale, per solitudine o per un particolare incastro relazionale con l’altro.

Esistono relazioni di coppia:

  • con manifestazioni eclatanti, attivo-aggressive, come quella descritta da Marracash
  • con manifestazioni più silenti, passive, con movimenti interpersonali più difficili da riconoscere a prima vista

A tal proposito, occorre segnalare che esistono due tipi di violenze:

  • FISICHE: con atti di aggressività perpetrati contro il corpo dell’altro, che lasciano segni evidenti e visibili sulla pelle
  • PSICOLOGICHE: con atti di aggressività perpetrati contro la mente, che lasciano segni e solchi emotivi molto profondi

Ecco 6 campanelli d’allarme per capire se rischi di vivere in una relazione tossica.

1️⃣ Violenza: vivi situazioni di aggressività attiva o passiva, fisica o psicologica

2️⃣ Controllo: ti senti controllato/a e non libero/a di essere te stesso/a

3️⃣ Instabilità: la tua relazione è molto intensa e costantemente variabile

4️⃣ Oscillazione: nella tua coppia si passa velocemente dall’idealizzazione all’svalutazione dell’altro, da un atteggiamento estremamente bisognoso al rifiuto

5️⃣ Vittimismo: se il/la partner si atteggia spesso a vittima e ti fa sentire in colpa anche quando non hai la percezione di aver commesso errori

6️⃣ Proiezione: ti senti accusata/o di qualcosa che non senti tuo, che percepisci non ti appartenga. In questo caso uno dei partner mette in atto meccanismi di proiezione attribuendo all’altro aspetti di sé che non si accettano come propri

Cosa fare, dunque, in questi casi?

Non ricorrere ad agiti (azioni non pensate), ma rifletti sulla tua situazione personale e di coppia. Poniti delle domande su di te, sull’altro e sulla vostra storia e attiva una comunicazione verso il partner, verbalizzando i tuoi vissuti all’altro.

Non sentirti in colpa per aver vissuto in una relazione che si è verificata per te dannosa e inautentica, non sentirti “stupido/a” per aver creduto a qualcosa che poi si è rivelato fasullo. Infatti, quando si è coinvolti in una relazione di coppia non si ha sempre la capacità di vederci chiaro, nitido, limpido, anzi, soprattutto nelle relazioni tossiche, il clima è confusivo, caotico e fumoso.

✅ Se hai la percezione di non vederci chiaro e di non stare bene in relazione, puoi chiedere aiuto ad un professionista, psicologo e/o psicoterapeuta, per rendere meno fumosa la sensazione del vivere in coppia. Ricorda che i panni sporchi NON si lavano necessariamente in casa propria. Come infatti le lavanderie si adoperano per sistemare e gestire i capi più difficili e delicati, esistono professionisti che si occupano di questioni personali-emotivo-affettive complesse, fragili e bisognose di aiuto.

Articolo a cura di Michela Benini, psicologa clinica e della salute

5 consigli pratici per allenare la resilienza di coppia

Chi non ha mai desiderato affrontare come un supereroe invincibile lo stress e le difficoltà quotidiane con il partner? Se ti è capitato almeno una volta, continua a leggere.
Scoprirai come la resilienza di coppia può contribuire al tuo benessere nelle relazioni e 5 consigli pratici per potenziarla fin da subito.

Da decenni la psicologia si occupa delle relazioni più importanti per l’individuo. Siamo esseri sociali, ognuno di noi ricerca continuamente persone a cui legarsi per sentirsi amato ed arricchire la propria vita emotiva.

La coppia rappresenta la relazione intima per eccellenza, che mette a nudo somiglianze e differenze sulla base delle quali i partner si sono scelti a vicenda.

🌱 Cosa rende felice una coppia?

Secondo gli psicologi, la capacità dei partner di affrontare insieme le difficoltà quotidiane e gli eventi stressanti influisce sulla soddisfazione e sul benessere della coppia.

Pensiamo alle esperienze continue di lockdown in cui viviamo da quasi un anno a questa parte. Le difficoltà causate da limitazioni, preoccupazioni e incertezze possono avere pesanti effetti negativi a livello personale (ansia, depressione, confusione mentale, solitudine, malessere fisico…) e di coppia (aumento della conflittualità, diminuzione della comunicazione efficace, stress, separazioni…).

❗ Riflettere su come gestire insieme i problemi offre un’opportunità preziosa per alimentare il benessere personale e di coppia, specialmente in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo.

💡 Cosa intendiamo per resilienza?

La capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici e/o inaspettati della propria vita, mobilitando le proprie risorse interiori.

Norman Garmezy

La resilienza è un concetto psicologico di cui si parla molto e che incuriosisce persone di tutte le età.

Essere resilienti significa:

🔹 sapersi riorganizzare di fronte alle difficoltà, ricostruendo i propri pensieri ed emozioni collegati alla situazione vissuta.

🔹 mantenere una certa sensibilità verso noi stessi e l’altro con cui siamo in relazione, ovvero rimanere a contatto con come stiamo noi e come stanno gli altri.

🤝 La resilienza di coppia

Molti esperti di psicologia hanno approfondito il tema del benessere dei partner nella vita di coppia.

📗 Nel loro libro “Vivere in coppia tra alti e bassi”, le psicologhe Silvia Donato e Ariela Pagani parlano della stretta connessione tra benessere, soddisfazione di coppia e resilienza.

Ispirandosi alle numerose ricerche psicologiche su questi argomenti, le autrici spiegano come i partner, condividendo e affrontando sfide e problemi, mettono in gioco la propria resilienza attraverso la capacità di coping diadico. Guy Bodenmann, psicologo esperto di coppie, è stato tra i primi a occuparsi di questo tema. Ecco la sua definizione di coping diadico:

La resilienza di una coppia specifica di fronte a un evento stressante.

Bodenmann individua nelle coppie più soddisfatte e in relazioni durature lo sviluppo di coping diadico positivo, detto comune o supportivo.

🔺 Nel coping diadico comune, entrambi i partner si impegnano nel gestire un evento stressante per la coppia (ad esempio, condividendo pensieri ed emozioni relativi ad esso).

🔺Nel coping diadico supportivo, il partner che si sente più “equipaggiato” aiuta l’altro quando quest’ultimo si trova in una particolare situazione di stress.

Gli stili di coping diadico positivo promuovono il benessere nella relazione di coppia. Questo accade perché percepiamo noi e il nostro partner come una squadra vincente e unita di fronte alle difficoltà.

Al contrario, esistono tipi di coping diadico negativo: ostile, superficiale o ambivalente. In questo caso, in situazione di stress i partner ricevono o attuano comportamenti minimizzanti, emotivamente distaccati e svalutanti nei confronti dell’altro.

✔️ 5 STEP pratici per la resilienza di coppia

Le coppie resilienti riescono a far fronte agli eventi critici utilizzando le proprie risorse individuali ma, soprattutto, quelle condivise tra i partner.

↪️ Ecco, quindi, cosa tu e il tuo partner potete fare per sviluppare la resilienza di coppia e la capacità di coping diadico positivo.

1️⃣ ENTRA IN CONTATTO CON LE TUE EMOZIONI

Prenditi del tempo per essere consapevole delle emozioni che l’evento stressante ti suscita. Infatti, le persone resilienti sanno riconoscere i propri stati emotivi positivi e negativi, per poterli poi accettare.

2️⃣ CONDIVIDI LE TUE EMOZIONI CON IL PARTNER

Thomas Gordon, psicologo esperto di comunicazione e conflitto, ha creato la tecnica dei “messaggi-Io” in contrapposizione ai “messaggi in seconda persona”, spesso accusatori e giudicanti. Per comunicare che non ci sentiamo ascoltati, possiamo dire Mi sento ignorato/a quando… invece di “Tu non mi ascolti mai!”.

In questo modo, creiamo un clima di fiducia in cui è più semplice condividere le difficoltà senza vergogna e provare maggiore empatia per l’altro. Allenati quindi a curare la comunicazione ed esprimerti in modo chiaro, usando la prima persona singolare “Io”.

3️⃣ PIANIFICATE UNA STRATEGIA CONDIVISA

I partner sono compagni di squadra che si sostengono, nelle vittorie come nelle sconfitte. Conoscersi permette di puntare sulle reciproche risorse per affrontare l’evento stressante e preparare unpiano comune” per gestire gli ostacoli.

4️⃣ FATE UN’AUTO-VALUTAZIONE DEL “PIANO COMUNE” DI COPPIA

Dedica un tempo specifico in cui confrontarti con il partner. Valutate insieme l’efficacia del piano attuato e la vostra personale soddisfazione in merito alle soluzioni comuni con cui state affrontando lo stress.

Potreste rimanere sorpresi da quanto emerge in positivo, oppure potreste decidere di costruire un nuovo “piano comune”.

5️⃣ PRENDETE DEL TEMPO PER RISCOPRIRVI

Dai libero sfogo agli hobby personali, impegnati col partner a scoprire nuove passioni cui dedicarvi insieme, meglio quando occupano sia la mente che il corpo. Poter scrivere un nuovo capitolo condiviso della propria vita di coppia è molto importante per aumentare intimità ed empatia.

🔑 Per concludere

In questo articolo hai imparato 5 step pratici per rafforzare la resilienza nella coppia e il benessere relazionale con il partner. Seguici per scoprire altre idee e consigli pratici per affrontare le sfide con consapevolezza e coltivare con successo il tuo benessere!

Articolo di Laura Garavaglia, psicologa esperta in relazioni familiari e di coppia.