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Come educarci alle differenze? 3 modi per imparare a conoscerle e valorizzarle

Ogni giorno negli ambienti di lavoro, famigliari e sociali siamo protagonisti di conversazioni, situazioni, esperienze che ci espongono all’incontro con le differenze.

In questo articolo, scoprirai perché è importante educarci alle differenze, i termini chiave per parlarne e alcune tipiche risposte che mettiamo in atto davanti a ciò che etichettiamo come “diverso da noi”. Troverai anche 3 spunti pratici per comprendere il tuo rapporto con le differenze e migliorarlo.

⚙️ Le parole che… fanno la differenza

Ti sarà capitato di condividere con amici e conoscenti racconti di episodi quotidiani di incontro, o di scontro, con le differenze.

Davanti a ciò che non conosciamo e che non ci è immediatamente chiaro e comprensibile, possiamo sentirci incerti e a disagio. Spesso agiamo d’istinto, usando modi di pensare e schemi mentali che ci permettono di rispondere velocemente ma non sempre in modo adatto alla realtà che abbiamo di fronte.

Ma perché questo accade?

Per cominciare a navigare in questi temi, puoi partire da queste domande:

❔ Cosa sono le differenze? Sono caratteristiche fisse, proprie delle persone, grazie alle quali possiamo dividere gli altri in gruppi ben distinti e uguali al loro interno? Oppure possono essere a loro volta insiemi di significati e sfumature variabili, influenzati dal modo in cui entriamo in contatto con gli altri e con il loro mondo?

❔ Cosa significa diversità (diversity)? Ne sentiamo tanto parlare, spesso sul lavoro o sui social media. Ma “diversità” è un’etichetta artificiale, un obbligo noioso che non ti riguarda? Oppure una possibilità per conoscere e riconoscere una varietà di risorse ed esperienze che possono dare valore?

❔ Perché sentiamo parlare di uguaglianza e parità? Immaginiamo di distribuire uguali risorse e possibilità a tutti. Ma abbiamo davvero bisogno delle stesse cose? O le differenze ci chiamano a distribuire opportunità in modo bilanciato, equo?

Oltre al modo in cui pensiamo, abbiamo anche diversi modi di comportarci davanti alle differenze.

↪️ Un primo approccio può essere quello di accettare le differenze, vedendole come qualcosa che si tollera e accoglie, a patto che “il diverso” si adatti alle regole e usanze della “maggioranza”.

↪️ Un’altra possibilità è quella di integrare tra differenze: questo vuol dire cominciare a fare uno sforzo di comprensione e collaborazione reciproca.

↪️ Possiamo, infine, spingerci ancora più in là e includere le differenze. Questo significa educarci a valorizzarle e condividerle, senza lottare per mantenere confini insuperabili tra maggioranze e minoranze.

 

 

🧭 Gli “occhiali” dell’esperienza: ecco come leggiamo il mondo

La psicologia ci offre alcuni elementi importanti per capire come funzioniamo:

👓 Per prima cosa, il modo in cui percepiamo il mondo non è oggettivo. Ognuno di noi osserva e legge la realtà indossando “occhiali” costruiti sulla propria esperienza. Una stessa situazione può essere vista in modi  diversi non solo da persone diverse, ma anche da noi stessi nel corso della vita… o della giornata!

👓 Inoltre, il modo in cui vediamo noi stessi e ciò che ci accade nel tempo rafforza alcune nostre convinzioni su chi siamo. Gli psicologi parlano del sé come qualcosa di plurale. Ci sentiamo noi stessi perché una parte di noi è abbastanza stabile nel tempo da permetterci di dire “questo sono io”, ma viviamo sfaccettature diverse di questa identità: siamo figli, lavoratori, partner, proprietari di compagni d’avventura domestici, appassionati lettori…

Siamo, insomma, noi per primi frutto di un incontro di differenze! Riconoscerlo ci permette di incontrare negli altri con più curiosità e apertura.

❗ Per educarci alle differenze, dobbiamo educarci quindi a riconoscere quanto potere hanno gli “occhiali” attraverso cui interpretiamo la realtà. Tendiamo spesso a definire il “diverso” cercando di ridurlo a ciò che ci è noto, familiare, rischiando di ridurre gli altri – ma anche noi stessi! – a ciò che pensiamo di conoscere di loro.

Proviamo ora a comprendere meglio come il nostro pensiero può cadere in alcune trappole di semplificazione e con quali conseguenze.

🔺 Tre “errori cognitivi”: la mente davanti alle differenze

La psicologia sociale parla di bias o errori cognitivi, ovvero scorciatoie di pensiero non efficaci che costruiamo sulla base di giudizi a priori. Ecco tre bias tra i più comuni:

1️⃣ Errore fondamentale di attribuzione: per spiegarci il comportamento altrui, tendiamo a basarci su quelli che percepiamo come tratti individuali, trascurando l’influenza del contesto e di fattori esterni alla persona.

💡 Pensiamo, ad esempio: “Mi ha risposto male perché è una persona maleducata”, ma la persona potrebbe avere avuto semplicemente una brutta giornata.

2️⃣ Effetto di mera esposizione: quando siamo esposti ripetutamente a messaggi o stimoli, tendiamo a trovarli familiari e quindi più piacevoli.
💡Più tempo passiamo con una persona, ad esempio, più tenderemo a trovarla piacevole, bella… anche se inizialmente ci era indifferente. Il solo fatto di essere esposti a questa persona, anche se non la conosciamo approfonditamente, può farcela preferire a qualcuno di meno conosciuto.

3️⃣ Bias di conferma: se abbiamo una convinzione, ci concentriamo sugli elementi che la confermano e ad eliminare o ignorare quelli in contrasto.

💡 Se, per esempio, pensiamo che gli altri siano sempre contro di noi, tenderemo a interpretare i loro comportamenti come aggressivi, minacciosi, oppure indifferenti, non comprensivi...

Seguire queste scorciatoie ci facilita nel dover prendere decisioni e orientarci tutti i giorni nella complessità. Semplificare eccessivamente, però, può portare a trasformare le differenze in stereotipi e pregiudizi, a cercare di costringere in etichette rigide e assolute persone ed esperienze.

 

 

🔑 3 azioni per educarci alle differenze

Per concludere, ecco 3 consigli per non fermarti alla prima impressione e imparare a conoscere e valorizzare le differenze:

🧩 Interrogati: parti da te stesso e incuriosisciti davanti ai tuoi pensieri e comportamenti. Prova a mettere in discussione i modi in cui senti parlare di differenze e i modi con cui ti confronti con esse, magari a partire dagli spunti tratti da questo articolo.

🧩 Informati: prova a consultare piattaforme, articoli e riviste cercando di approcciare il tema da punti di vista differenti. Un paio di consigli da cui potresti partire sono: per approfondire i temi di diversità e inclusione, la piattaforma della no-profit Diversity.  In tema di parità di genere, puoi consultare il sito dell’European Institute for Gender Equality.

🧩 Interessati: abbiamo parlato del modo in cui costruiamo noi stessi e il senso di ciò che ci circonda. Interrogarsi e informarsi sono una buona base di partenza. Cerca anche, oltre a questo, occasioni di incontro con le differenze, specialmente con quelle che ti sono meno familiari. Incontrare storie  concrete, fatte di aneddoti e vite vissute, ti permetterà di metterti in discussione, conoscerle e conoscerti meglio.
Se sei un genitore, ti consigliamo la lettura dell’articolo Razzismo: 3 consigli per insegnare a tuo figlio il rispetto dell’altro scritto dalla dott.ssa Giulia Della Canonica.

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel trovare nuovi territori, ma nel possedere altri occhi, vedere l’universo attraverso gli occhi di un altro, di centinaia d’altri: di osservare il centinaio di universi che ciascuno di loro osserva, che ciascuno di loro è.”

Marcel Proust

 

Articolo a cura di Marta Piria, esperta in psicologia del lavoro e delle organizzazioni.